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GAZICH E CORDINI PRESENTANO “CANZONI CIVILI” DOMENICA 19 A BERGAMO

Data: Domenica 19 settembre 2021
Ora: 16:30 – 19:00
Sede: Parco Goisis
Luogo: Bergamo

I due storici musicisti si presentano per la prima volta in duo, compendiando decenni di attività nel mondo della canzone d’autore in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Oltre a presentare brani che mettono in luce l’abilità sui loro strumenti d’elezione, la chitarra e il violino (ma anche bouzouki e viola), i due artisti si alterneranno alla voce solista. Per questo primo tour è stato scelto un repertorio che privilegia la canzone di testimonianza civile, fil rouge che lega strettamente i loro due percorsi.

Cordini farà ascoltare alcuni brani estratti dal suo album “Piccole Storie”, frutto di un’intensa attività di ricerca e scrittura, durata diversi anni. Le canzoni sono dedicate al ricordo di episodi che hanno segnato la vita di persone coinvolte loro malgrado in vicende di guerra. Si ispirano alla tradizione della canzone d’autore sia nelle strutture musicali che nei significati profondi dei testi, scritti con il contributo di Luisa Moleri e Alessandro Sipolo.

Cordini eseguirà I silenzi di Monte Sole, evocazione del terribile eccidio di Marzabotto del 29 settembre 1944, con parole che invitano alla riflessione e al perdono, che nella canzone arriva proprio da parte di chi in quel giorno ha sofferto per l’uccisione efferata dei propri cari. Seguirà la vivace ballata Mordere i sassi, dedicata a Ermanno Redeghieri, che è stato uno dei responsabili dell’ANPI di Brescia, in cui viene tracciata la figura del partigiano ribelle e sognatore. Angelina è stata composta e cantata tante volte dal vivo da un amico scrittore e cantautore che non c’è più, Mario Mantovani. È una “piccola storia”, raccontata da una sartina, madre dell’autore e testimone di un crimine fascista nella piazza del paese, a Orzinuovi in provincia di Brescia, dove, il 26 aprile del 1945, un ragazzo di vent’anni veniva assassinato davanti al municipio.

Il battello del lago d’Iseo racconta la vicenda di una strage avvenuta il 5 novembre 1944, quando sul lago d’Iseo calarono alcuni aerei inglesi e mitragliarono un’imbarcazione, uccidendo decine di persone: 42 i morti, 80 i feriti. Giovanni Archetti e Luigi Foresti, due dei sopravvissuti, ci hanno raccontato la vicenda così come l’hanno vissuta, memoria lucida e dovizia
di particolari l’uno, già diciottenne calciatore in viaggio per una partita a Lovere, racconti riferitigli l’altro, all’epoca bimbo di tre anni, in braccio alla mamma, il cui viso sereno, “pensavo si sarebbe svegliata da un momento all’altro”, è l’unico ricordo di prima mano. Indelebile. “Il battello del Lago d’Iseo” è la canzone simbolo di tante uccisioni di civili, considerate “effetti collaterali” della guerra, e del fuoco amico, che troppe volte ha colpito persone inermi.

Altro brano estratto dal progetto è Cevo 3 luglio 1944, canzone scritta da Gazich insieme a Luisa Moleri, il cui testo è nato dall’incontro con Marcellino, al secolo Bernardo Gozzi, che ci ha raccontato una storia che ha cambiato la sua vita. Era il 1944, lui era un bambino, il suo paese è stato bruciato…

Non mancheranno l’originale versione strumentale di Bella ciao, arrangiata per chitarra, violino e armonica e Il pescatore, una delle canzoni più applaudite del repertorio di Fabrizio De André, il cantautore genovese con cui Cordini ha collaborato per otto anni.

Gazich eseguirà Guerra Civile, canzone con la quale da sempre apre i suoi concerti, una canzone insieme di lotta e di preghiera ad un Dio che “sopravvive nelle crepe dei centri commerciali”.

Sarà poi dato spazio a canzoni dedicate a poeti, imperdonabili maestri del Novecento, che hanno testimoniato la bellezza e l’impegno civile per tutta la loro esistenza, fino a dare la vita stessa. Innanzitutto Pier Paolo Pasolini, che Gazich chiama L’angelo ucciso: il grido dell’Angelo ucciso non si può fermare, malgrado “il silenzio dei senza viso / che pregano in banca / che pregano in chiesa”. Il latte nero dell’alba, la canzone più nota di Gazich, è dedicata a Paul Celan, il più grande poeta ebreo del Novecento e testimone dolente della Shoah: Gazich ha eseguito la canzone la prima volta a Cracovia, dopo esservi giunto con gli studenti italiani sul treno della memoria per visitare i campi di Auschwitz e Birkenau.

Il latte nero del’alba è stata suonata in occasione del Giorno della Memoria al Senato Spagnolo alla presenza del Re di Spagna Felipe VI e dei maggiori rappresentanti della comunità ebraica e rom spagnoli: la canzone è stata tradotta in tante lingue e anche in Yiddish.

Fontanigorda è un prezioso strumentale, che, omaggiando il poeta Giorgio Caproni, ci porta alle spalle di Genova, sulla storica Via del Sale, ai tempi in cui il sale era prezioso come l’oro e il petrolio oggi.

Unica sarà, infine, l’anteprima di tre canzoni destinate al prossimo album di Gazich, la cui pubblicazione è attesa in dicembre. Innanzitutto Argon, declinazione in musica e versi dell’omonimo racconto di Primo Levi, che incorpora un sontuoso adattamento di un canto della comunità ebraica piemontese. Saranno poi eseguite Lettera a Claudio, dedicata all’indimenticabile Claudio Lolli, maestro della canzone civile in Italia, e Materiali sonori per una descrizione dell’anima di Paolo F., dedicata a Paolo Finzi, spirito libero, fondatore di A Rivista Anarchica, amico personale di Gazich e del grande Fabrizio De André. Lo scorso luglio Paolo ha scelto di lasciare la vita.

Cordini e Gazich ci accompagneranno in un concerto che esemplarmente rappresenta il loro lavoro culturale e artistico attraverso la musica. Sono virtuosi sui loro strumenti, ma il virtuosismo fine a se stesso non li soddisfaceva e lo hanno saputo arricchire, attraverso un lungo e coerente percorso, di messaggi, di parole, di testimonianza civile.

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