Michele Gazich insieme a tanti altri musicisti il 26 gennaio ha celebrato a Torino lo scrittore Giorgio Olmoti. Queste le parole di Michele in ricordo dell'amico:
"Ho conosciuto di persona Giorgio Olmoti il primo aprile 2023 e l’ho visto per l’ultima volta il 21 agosto 2024: un periodo brevissimo. Mi sento, dunque, quasi a disagio a ricordarlo anch’io domani tra tantissime persone che l’hanno frequentato per anni e conosciuto certamente meglio di me. Penso soprattutto a suo fratello Federico, ma anche a molti altri.. Entrerò in punta di piedi, canterò una mia canzoncina che so che gli piaceva, ma soprattutto ascolterò e ascolterò, desideroso di sapere ancora qualcosa di lui, grazie a tante parole e musiche che saranno condivise. Nella mia follia, tuttavia, penso anche, piuttosto paradossalmente, di averlo conosciuto benissimo. In quello che sarebbe stato l’ultimo anno della sua vita, ci siamo fatti conoscere l’uno dall’altro in tanti modi, a cuore sempre aperto, con atti di irrazionale generosità e fiducia, con l’entusiasmo di due bambini. È stata tra di noi un’amicizia tipo quelle che nascono appunto da bambini e che il passare del tempo di solito ci nega. Forse è questo che ci aveva uniti: essere allo stesso tempo due studiosi attenti e puntigliosi (lui molto più attento e puntiglioso di me), una volta si sarebbe detto due “intellettuali”, ma al contempo anche due bambini. Sono conscio che “intellettuali bambini” suona piuttosto bizzarro, sembra quasi un ossimoro, ma Giorgio era un meraviglioso ossimoro vivente. Come tutti, ho adorato la sua scrittura, da subito. Sì: lui faceva suonare le parole. Ogni volta quando lo leggevo mi sembrava di ascoltarlo più che di leggerlo. Più volte mi sono trovato a rileggere le sue parole ad alta voce, per farle risuonare in me. Provate a leggere “Stracci e ossa”, forse il suo capolavoro, e vi risulterà chiaro ciò che dico. Detto ciò, non c’era nulla di estetizzante nel suo far suonare le parole (anche se hanno sempre suonato meravigliosamente): ciò che balzava e balza sempre fuori da quelle parole risonanti è il contenuto, ciò che Giorgio dice: sempre inaspettato, irrituale, intelligentissimo e nuovo. Giorgio sapeva anche porgere le sue parole dal vivo, come un attore, ma più di un attore, perché in lui non c’era nessuna artefazione. Ogni volta che proponeva uno dei suoi monologhi dal vivo dava tutto di sé, come se quella fosse l’ultima volta. Col senno di poi, alla luce della sua breve vita, ha fatto bene. Ma forse lui, che sapeva tante cose, già lo sapeva in qualche modo. Comunque non poteva mai fare diversamente. Giorgio era guidato dall’amore in ogni suo atto, da un amore assoluto, appunto."
Hanno ricordato Giorgio: Federico Sirianni, Yo YoMundi, Guido Catalano, Raffaele Rebaudengo, Davide Di Rosolini, Davide Geddo, Fabio F. Giudice, Miriam Gallea, Ginez, Luca Morino, Enrico Remmert e Luca Ragagnin, Gigi Bandini Cosi, Giovanni Battaglino, Chiara Effe, Lorenzo Santangelo, Carlo Pestelli, Stefania Rosso, Veronica Perego e Valeria Quarta,Matteo Castellan, Elisabetta Bosio, Mao e Vito Miccolis, Liana Marino, Alessio Lega e Rocco Marchi, Alberto Napo Napolitano, Flavia Barbacetto, Arsenio Bravuomo, Mario Congiu e Marco Peroni, Claudio Bellino, Monica P, Max Liotta,Roberto Bovolenta, Helen Esther Nevola, Giuseppe Gadaleta, Sergio Pennavaria.